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IL TRATTAMENTO PRELIMINARE DELLE SUPERFICI DA AEROGRAFARE

Ti ho spiegato nell’articolo della scorsa settimana che competenze devi acquisire per aerografare su superfici assorbenti e le differenze con quelle non assorbenti.  E ti ho introdotto il concetto di preparazione, ovvero la necessità di rendere compatibile la superficie con il colore dell’aerografia, creando una leggera abrasione superficiale per renderla leggermente satinata e consentire pertanto il grip dei colori che andrai ad applicare.

In questo articolo ti spiego ciò che in genere va fatto su gran parte delle superfici non assorbenti. Ricorda che qualsiasi superficie non assorbente va opacizzata, ovvero carteggiata finemente, qualsiasi sia la finitura del fondo che la caratterizza (sia lucido che opaco).

Ricorda anche che questa lavorazione non deve in alcun modo scoprire il materiale sottostante, ma deve semplicemente satinare la verniciatura di base. Quindi, mai mettere a nudo il metallo, o la resina con cui è fatto il pezzo da aerografare.

Vediamo quali sono i materiali con cui puoi eseguire questa lavorazione. Carte abrasive a secco o ad acqua, tamponi abrasivi, schotch brite sono i prodotti più frequenti. Ognuno di questi prodotti ha caratteristiche precise, che vanno sfruttate conoscendo esattamente qual è l’obiettivo da raggiungere.

Le carte abrasive possono essere usate sia a secco che ad acqua. L’uso bagnato unisce la capacità abrasiva del materiale abrasivo (in genere macinatura di minerali silicei) con l’azione levigante dell’acqua, che oltretutto annulla completamente il fattore polvere.

Se comincerai a lavorare per dei clienti, mi permetto di consigliarti di lavorare sempre e solo su superfici integre, dove non ci siano da fare lavorazioni di ripristino (per graffi profondi, ammaccature), situazione questa che aggiunge lavoro (non considerato e mai pagato dal cliente!) a quello dell’aerografia, quando in realtà non è di tua competenza e oltretutto va fatto con cognizione di causa.

Una stuccatura o una lavorazione non prevista per riportare la superficie a una condizione di idoneità all’aerografia possono portarti via ore e se non sono fatte nel modo dovuto possono crearti problemi all’atto dell’aerografia o della finitura.

Se quindi il tuo supporto da aerografare è in buone condizioni e non ha ripristini da fare, puoi opacizzarlo con della carta abrasiva fine (800/1000) e tra un passaggio e l’altro puliscilo con un solvente antisiliconico, che ti consentirà di togliere la polvere ma anche di eliminare soprattutto colla, ditate, unto e i residui siliconici, così pericolosi quando vai ad applicare il trasparente.

Se la superficie dovesse avere qualche piccolo graffio, puoi carteggiare utilizzando abrasivi di grana decrescente  in due/tre passaggi, dal più grossolano a quello più fine, senza mai passaggi da una grana a quella successiva che abbiano un differenza numerica maggiore di 200. Se così fosse non riusciresti a togliere con la grana più fine i graffietti fatti con quella più grossolana.

Ricorda che i numeri più bassi della carte abrasive (grana 150-200 ad esempio) indicano maggiore grossolanità. Mano a mano che il numero cresce (grana 800-1000-2000) indica una carta abrasiva sempre più fine. Il numero in realtà è relativo al numero di maglie del setaccio che vaglia la grana abrasiva, prima di essere incollata sul supporto: meno maglie ci sono e più grossolani sono i cristalli abrasivi che passano. Più numerose e fitte sono le maglie, più piccoli sono i cristalli che lo attraversano.

Se la superficie da aerografare è in buone condizioni, e può essere semplicemente “pagliettata” (come si dice in gergo) puoi utilizzare anche solo una spugna schotch-brite. Questi tamponi sono in fibra sintetica e hanno il vantaggio di essere traforati e traspiranti, per cui dopo un utilizzo possono essere “soffiati” e ripuliti con un compressore, per poterli riutilizzare successivamente rigenerati. Questi tamponi possono essere più o meno aggressivi, e si riconoscono dal colore: i colori scuri come nero, rosso mattone, grigio scuro sono molto abrasivi mentre i colori più chiari come grigio chiaro, rosa, bianco sono gradualmente più fini e servono a lucidare.

I colori giusti per l’opacizzazione sono quelli della gamma dei grigi chiari.

Nel mio manuale AEROGRAFO 2.0 – The Icon puoi trovare una utilissima tabella comparativa tra le spugne schotch brite e le carte abrasive e un intero capitolo di svariate pagine corredate di foto e tabelle, dedicati ai dettagli della preparazione delle superfici e ai piccoli trucchi per preludere ad un’aerografia con i fiocchi.

A questo punto, prima di iniziare la tua aerografia, una pulita finale con un solvente antisiliconico è di nuovo raccomandata e necessaria per evitare guai all’atto della trasparentatura finale.

Nel prossimo articolo ti darò qualche consiglio per affrontare la finitura in modo corretto e senza problematiche.

Buon lavoro con l’Aerografo!

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