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AEROGRAFO: CON O SENZA MANICO REGOLATORE?

Numerosi modelli di aerografi di diverse marche presentano dei dispositivi che aiutano la regolazione della fuoriuscita del colore. Si tratta di manici regolatori o di meccanismi simili che possono consentire all’operatore di far fuoriuscire una quantità di colore prestabilita, in modo da non commettere errori.

Ovviamente ti deve essere da subito chiaro che non siamo di fronte ad un marchingegno elettronico che, lanciando un’app, ti consenta di fare quello che vuoi. Tutt’altro. Si tratta sempre di dispositivi meccanici non sempre fondamentali e che vanno usati con cognizione di causa, senza abusarne.

Tenendo conto che contribuiscono a far lievitare il prezzo dello strumento. Perciò devi essere conscio e consapevole se questo aumento è congruo con i benefici che può darti oppure no. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.

In origine i primi aerografi erano senza ago e il flusso era continuo, come puoi vedere in questo antesignano dell’aerografo moderno. Poi l’artista inglese Charles Burdick modificò un modello preesistente, inserendo l’ago nel funzionamento dell’aerografo, rendendolo a tutti gli effetti l’elemento in grado di regolare in più o in meno la quantità di colore erogabile.

Il disegno del progetto iniziale di Burdick, come vedi nella foto, schematizza uno strumento molto simile a quelli che usiamo oggi, e che, ti assicuro, funzionava con gli stessi principi: il pulsante trascinava all’indietro l’ago, liberando gradualmente sempre più spazio tra la punta dell’ago e la parete interna dell’ugello, consentendo di far uscire più colore.

Nel tempo le aziende hanno cominciato a dotare gli aerografi di funzionalità sempre più sofisticate, per migliorarne le prestazioni e la facilità d’uso ufficialmente, ma in realtà a volte solo per “ingolosire” i già possessori di un aerografo con uno nuovo che possedesse qualcosa migliorativo.

L’esigenza di riuscire a controllare meglio la fuoriuscita del colore, aiutando la mano dei meno esperti è stata sempre seguita dalle aziende con attenzione, perché convincere anche i principianti che l’aerografo era tutto sommato più facile da usare, avrebbe loro permesso di venderne sicuramente di più.

Il primo a inserire un dispositivo per regolare la fuoriuscita del colore fu Jens Paasche, all’inizio del ‘900 con una rotellina posta davanti al pulsante ad azionare una vite micrometrica, che consentiva di spostare all’indietro la punta dell’ago (la vedi nella foto sopra). Tirando indietro il pulsante molto poco, il colore esce in minima quantità, ma gradualmente l’ugello si sporca facendone uscire sempre meno.

La rotella (presente nei Paasche fino ai giorni nostri nei modelli V e VL) consentiva di spostare gradualmente l’ago all’indietro e di mantenere la stessa minima quantità di colore in fuoriuscita alla partenza. Una funzionalità talmente intelligente e utile che, come tutte le cose che funzionano, è stata abbandonata!

In altri aerografi esiste invece il manico regolatore, ovvero un manico che nel codino monta una vite: essa, se svitata, lascia l’ago libero di fare tutta la sua corsa all’indietro, aprendo il colore al massimo, oppure, avvitandola, di limitarne la corsa.

Questo funzionamento è completamente diverso rispetto a quello del Paasche: qui il regolatore limita la fuoriuscita del colore nella quantità massima, e lo blocca in una posizione; la rotella, invece ne fissava la quantità minima iniziale, aumentandola gradualmente ogni volta che la si ruotava un poco di più, ma lasciando libero l’operatore di aprire tutto se ne aveva necessità.

Questa funzionalità può essere utile perché consente di non esagerare col colore, ma non bisogna abusarne perché la sua regolazione dovrebbe essere sempre gestita dalla mano, non dal manico. Se si usa sempre, si rischia di disimparare ad usare l’aerografo a doppia azione!

Alcune aziende come la Harder & Steenbeck (qui sopra il loro aerografo di punta Infinity) hanno ulteriormente lavorato sul manico regolatore, anche sul piano estetico, disponendolo di un selettore numerato a molla, che dà la possibilità di individuare con parametri numerici la quantità desiderata, e con un semplice click sul codino di riportare il selettore nella posizione di partenza, dove la regolazione del colore è tutta dell’operatore.

Se tu possiedi un aerografo con questa regolazione, e la usi abitualmente, sappi che devi cercare di non diventarne schiavo, gestendo il colore quando non sia davvero strettamente necessario diversamente, con la sensibilità della tua mano.

Buon lavoro con l’aerografo!

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