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GUERRINO BOATTO E I VARI STILI DELL’AEROGRAFIA

Io e Guerrino Boatto

Qualche settimana fa ti ho parlato di un grande artista conosciuto in tutto il mondo, un amico, Alberto Ponno, di cui ti ho spiegato la tecnica e le modalità di lavoro. Oggi voglio invece parlarti di colui che è stato il mio maestro, e che, inconsapevolmente tantissimi anni fa, mi indusse a seguire le tracce dell’aerografia e farne un lavoro: GUERRINO BOATTO.

Boatto è stato il più grande illustratore dell’industria pubblicitaria che l’Italia abbia mai avuto, e la sua fama è arrivata ben oltre i nostri confini. E’ stato infatti il primo a fare dell’aerografo lo strumento di lavoro principale dell’illustrazione e ha realizzato migliaia di disegni lavorando in tutto il mondo con il fior fiore delle aziende mondiali.

Ci ha lasciato qualche anno fa, con un vuoto che nessuno potrà mai colmare. Un vuoto di talento, di creatività e di tecnica, sommati ad una grande umanità e umiltà, cosa che oggi è difficile da riscontrare in tanti che si atteggiano ma sono ad anni luce dal suo livello.

Essere stato suo allievo (e una volta a Milano aver anche fatto un corso a quattro mani!) mi riempie di orgoglio e tante cose che io stesso ai miei corsi spiego e stimolo gli allievi a ricordare sono i principi semplici dell’”apprendere” che io ho imparato anche da lui.

Guerrino era un grande conoscitore dei materiali da disegno, dei colori e degli aerografi. Utilizza una tecnica mista aerografo + pennello, molto comune anche oggi in molti aerografisti, adoperando sia nel primo che nel secondo caso colori Liquitex in tubetto. I suoi supporti preferiti erano i cartoni Schoeller dello spessore di 1,5 mm e le tele a trama fine, sotto le quali, mentre lavorava sul tavolo da disegno, inseriva degli spessori (un pannello rigido di polistirolo) sia mentre aerografava, sia durante il ritaglio delle maschere, sempre effettuato con il bisturi direttamente sul supporto, cosa che oggi quasi nessuno prova a fare.

Ai suoi tempi si lavorava tutto a mano (la sua scuola per me è stata fondamentale) e la sua mano sensibilissima ed esperta gli consentiva non solo di non incidere mai la tela, ma neanche di sfiorarla. Lavorava abitualmente con aerografi Iwata, ma ha anche aerografi Paasche e Harder & Steenbeck.

Le sue opere nascevano sempre da originali fotografici, che venivano riprodotti e ingranditi fino ad essere delle dimensioni del supporto prescelto. Su questa “fotocopia” Boatto appoggiava un foglio trasparente di carta da lucido, e su di esso, in maniera meticolosa, ricalcava con una matita affilatissima tutti gli elementi contenuti nel soggetto prescelto, in ogni più piccolo dettaglio.

Per poter trasferire in modo corretto e non speculare la traccia a matita sul cartoncino o sulla tela, Boatto rovesciava il foglio trasparente e ripeteva sull’altro lato tutti i segni appena creati, confortato dal fatto che la trasparenza gli consentiva di ricalcarli con precisione. Con questa operazione, Boatto si creava una “matrice” per quello che sarebbe stato il lavoro finale. Poi appoggiava la “matrice” sopra al supporto prescelto dalla parte giusta e con la matita di nuovo ripassava tutti i segni del foglio di carta da lucido.

Un’operazione lunga e meticolosa, per la quale occorreva pazienza e tranquillità. La grafite che era sul lato a contatto con il supporto si trasferiva su di esso, lasciando una debole ma precisa traccia.
Una volta finito il trasferimento della traccia, Boatto eseguiva la mascheratura, utilizzando sia frisket adesivo, sia mascherature mobili, e al termine dell’aerografia eseguiva minuziosamente il completamento dell’opera con il pennello, nei più minimi particolari, lavorando anche con la lente d’ingrandimento.

Al punto che certi suoi lavori leggendari, anche visti da vicino, sembrano realmente delle foto (guarda ad esempio il lavoro della macchina d’epoca con i fanaloni tondi qui sotto!)

Guerrino Boatto era nato a Codroipo, in Friuli, ma era veneto di adozione essendosi trasferito a Mestre con la famiglia quando aveva tre anni. Diplomato all’istituto d’arte di Venezia ed al corso di Industrial Design, ha lavorato come grafico prima e come Art Director poi in alcune agenzie di pubblicità, fin quando non ha cominciato ad usare l’aerografo.

Ha frequentato un corso all’Academy of Art di San Francisco nel 1980, dedicandosi poi esclusivamente all’illustrazione pubblicitaria, ottenendo importanti riconoscimenti a livello nazionale e internazionale. Ha lavorato per le maggiori agenzie di pubblicità internazionali e per clienti quali: Barilla, Fiat, CocaCola, Ford, IBM, Levi’S, Volkswagen, Zanussi, Lamborghini, Nestlé, Pirelli, Alitalia, Mercedes Benz, Swatch e molti altri.

Le sue opere sono presenti in tutti i più importanti annual di illustrazione mondiale.

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