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ANATOMIA DEL PUNTALE DELL’AEROGRAFO NELLE DIVERSE MARCHE

Spesso mi viene chiesta qualche informazione da allievi o semplici utilizzatori alle prime armi, che durante lo smontaggio del loro aerografo, non hanno ben chiaro a che cosa serva ogni pezzo che compone il puntale, e perché a volte, durante questa manutenzione e pulizia l’aerografo non funzioni.

In questo articolo quindi ti spiegherò brevemente come funziona l’aerografo, con speciale riguardo alla zona del puntale, e quali sono le sostanziali differenze tra aerografi di differenti marche, che rendono l’uso dell’aerografo totalmente diverso tra loro. Non è un caso che alcuni possiedano ad esempio un Paasche V e un Iwata Revolution e, pensando che funzionino nella stessa maniera, cadano dalle nuvole quando uno dei due, a parità di intervento, non funziona.

Vediamo quindi di riprendere qualche concetto già visto e di approfondire poi nello specifico le problematiche del puntale. Ti ricordo che gli aerografi possono montare 3 tipi di ugelli: gli ugelli avvitati (come Sparmax, Iwata), quelli ad innesto autocentranti cilindrici (come Harder & Steenbeck) e a doppia conicità autocentranti (come Paasche prima maniera).

L’anatomia del puntale di tutti gli aerografi, benché ci siano a volte notevoli differenze estetiche e di forma, essenzialmente dal punto di vista funzionale è molto simile: un puntale completo smontato è costituito da un ugello, una coroncina e un cappellotto. L’ugello si accoppia all’ago e ne ricalca la conicità, fungendo così da “regolatore” del flusso di colore che esce e viene nebulizzato. Più tiri indietro il pulsante, più indietreggia l’ago più colore esce e viene polverizzato dall’aria compressa.

In tutti gli aerografi con ugello ad innesto cilindrico e in tutti quelli con ugello avvitato, la coroncina serve esclusivamente a proteggere la punta dell’ago, impedendo che tocchi la superfice di lavoro e si pieghi, compromettendo la qualità della nebulizzazione.

Pertanto, spesso gli aerografisti la tolgono per poter andare più vicino alla superficie e per aerografare in modo più preciso. Questo perché la coroncina, negli aerografi sopra citati, non ha alcun ruolo nel loro funzionamento attivo, oltre a proteggere l’ago.

Ma colore ed aria quando si incontrano? Essi si miscelano sulla punta dell’ago, provenendo da due diversi percorsi: l’aria arriva sul puntale passando attraverso i condotti scavati all’interno del corpo e collegati alla valvola dell’aria; il colore invece arriva scivolando sulla superfice dell’ago, nel canale centrale, e viene aspirato dall’aria compressa che lo polverizza finemente.

Ora, come puoi vedere nella foto allegata, la coroncina (quella rappresentata in sezione dai due segni neri) non interferisce sul funzionamento dell’aerografo (che ci sia o no) e come puoi vedere l’aria può aspirare e nebulizzare bene il colore anche solo col cappellotto montato (sezione arancio) perché quest’ultimo la costringe a passare radente alla punta dell’ago e ad aspirare il colore.

Quando durante la pulizia dell’aerografo, rimuovi pure il cappellotto, l’aria che fuoriesce dai condotti interni al corpo, scappa via liberamente senza creare alcuna aspirazione e di conseguenza, l’aerografo non può funzionare.

Nei Paasche di vecchia generazione (Paasche V, LV, JVR, ecc.) che ancora sono così diffusi benché non più in produzione, la miscelazione avviene sulla punta dell’ugello conico, ma l’ugello è fuori dal cappellotto, e di conseguenza è la coroncina a fungere da guida all’aria, facendo passare quest’ultima radente ad ago e ugello in modo che essa aspiri e nebulizzi il colore. Se in un aerografo di questo tipo tu togli la coroncina, l’aerografo non funziona più, diversamente rispetto a quanto accade con gli aerografi che abbiamo visto prima.

Le coroncine hanno spesso forme diverse. Alcune sono chiuse, come nella maggior parte degli aerografi giapponesi, altre sono forate (negli Harder & Steenbeck) per consentire all’aerografista di avvicinarsi molto senza creare lo sgradevole “effetto risucchio”, altre (come nell’Infinity H&S) sono costituite da due punte che evitano che l’ago abbia contatto con la superficie, pur mantenendo la migliore visuale possibile sulla punta.

Un interessante compromesso progettato dall’Iwata per la serie Eclipse prevede la presenza di un ugello conico (come quello dei Paasche) sul quale è avvitato un ugello con filetto.

Questa è una genialata perché in caso di caduta, un comune aerografo con ugello avvitato può rovinarsi irrimediabilmente, impedendoti di avvitare qualsiasi altro ugello nuovo.

Mentre così, nel caso di caduta, l’Eclipse privo di filettature sul corpo non subisce danni su di esso, e nel caso si sostituisce in blocco interamente il puntale danneggiato.

In questa linea, che è una specie di ibrido tra Iwata e Paasche, al puntale (in genere costituito da tre pezzi), è stato aggiunto un pezzo in più (segnalato dalla freccina piccola) oltre alla coppia ugello conico+ugello avvitato (coppia cerchiata in rosso). Questo componente supplementare funge in tutto e per tutto da cappellotto, consentendo di lavorare anche senza coroncina. Questo aerografo è per questo un poco più costoso, ma ti assicuro che ne può valere la pena.

Ciao, alla prossima settimana e buon lavoro con l’aerografo!

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